Il sound del lavoro

Un paio di giorni fa sono andato nello studio di registrazione che mio figlio ha attrezzato per registrare le canzoni che pubblica. Ovviamente c’era un mixer. Sai, quel grande gruppo di manopole e cursori che i tecnici del suono usano per mixare ogni traccia e cavarne il suono migliore.

Mentre lo vedevo lavorare ho pensato “e se fosse possibile fare una cosa simile per trovare lavoro?” Cioè sintonizzare alcune caratteristiche che riteniamo importanti per scegliere un lavoro che è la corrispondenza esatta di ciò che si cerca? Sarebbe un bel aiuto per le persone che contattiamo ogni giorno nell’ambito della nostra professionalità.

Ci ho rimuginato un po’ su e sono riuscito a elaborare uno strumento che ti può essere utile.

Ovviamente, non si tratta di riuscire ad avere il posto di General Manager di Amazon spostando 4 levette, ma servirà a scavare in profondità in te stesso per determinare se quello che vuoi è il posto di General Manager di Amazon.

Inizia dimenticando lavori specifici, aziende specifiche o persone specifiche. Devi operare da zero.

Fai un brainstorming su una serie di attributi del lavoro che diventeranno il tuo sound personale di carriera. Ad esempio, un attributo facile è Stipendio. Ricorda che i tuoi cursori puoi spostarli dall’alto verso il basso. Ovviamente questo lo mettiamolo al massimo!

Fantastico, è facile.

Quindi scegline altri. Pendolarismo. Di nuovo facile: penso che tu voglia impostarlo a zero. Ma diventiamo più specifici. Che dire del Teamwork – cioè quanto il tuo lavoro richieda lavori in team – con un cursore che va da lupo solitario a costante interazione tra pari? Già è più interessante e difficile. Aggiungiamo Estrema autonomia vs Poca autonomia,  Alta visibilità vs back office e creativo vs logico . Ok, ora stai iniziando a ottenere un suono unico!

Ecco altre idee che puoi utilizzare per creare il tuo strumento:

  • Identificazione con la vision aziendale vs agnostico
  • Grande azienda vs piccola azienda
  • Brand conosciuto vs sconosciuto
  • Posizione specifica rispetto a qualsiasi posizione
  • Problemi ambigui vs ordini chiari
  • Percorso di carriera dinamico vs chiara progressione di carriera
  • Casual vs professionale
  • Innovatore vs migliorare qualcosa
  • Impegni minimi di tempo rispetto a 100 ore settimanali

Ora hai creato un suono completamente nuovo.

Ecco il suono della carriera ideale che hai creato. Questa è la tua hit, la canzone che vuoi che abbia successo.

Dovrai confrontarla con la musica che c’è in giro, cioè con un potenziale lavoro che stai prendendo in considerazione.

Ti accorgerai probabilmente che nessun lavoro si adatta perfettamente al suono (a meno che tu non sia molto fortunato).

Devi allora tornare sugli attributi che hai preso in considerazione e iniziare a scegliere ciò che è fondamentale , importante o semplicemente bello da avere.

Classifica tutte le caratteristiche del tuo elenco, da quella più importante alla meno importante. Così avrai una chiara classifica di ciò che vuoi e quanto è importante quello che vuoi.

Perché in alcuni casi dovrai adattare il tuo sound. Cioè non esistono lavori che si adattano perfettamente alla tua richiesta e dovrai quindi scendere a compromessi. Ed ovviamente è più facile scendere a compromessi sulle caratteristiche che ritieni meno importanti

Ora, quando cerchi un lavoro, per capire in che misura le attività quotidiane di quei lavori si adattano al sound della tua carriera personale, puoi porre domande ai reclutatori così che ti aiutino a capire. Ad esempio puoi chiedere: “Questo ruolo ha molta autonomia e visibilità esterna?” Così mostrerai loro che stai ragionando in modo critico e la risposta che riceverai la potrai utilizzare per prendere una decisione.

Ora, potresti essere all’inizio della tua carriera, e come accennavo prima dovrai scendere ad un compromesso tra il tuo lavoro ideale e i lavori a cui puoi aspirare. Oppure scoprirai che dopo alcuni anni hai cambiato idea su ciò che desideri o sull’importanza di determinati aspetti del lavoro. In effetti, vedrai che accadrà sicuramente. Ma adesso almeno hai le basi su chi sei in questo momento.

Quindi: CONGRATULAZIONI, ora sei un tecnico del suono professionale certificato!

E ricorda, la saggezza non viene dal conoscere il mondo, ma dal conoscere te stesso. 

Nazario De Mori

La vita è cambiamento

In azienda stiamo vivendo un periodo di trasformazione. Ci sono tante cose su abbiamo deciso di intervenire per migliorare. Vogliamo utilizzare questo periodo come trampolino di lancio per una nuova fase.

Come sempre ogni cambiamento porta con sé dubbi, incertezze, paure, ripensamenti. C’è sempre qualcuno che mette in dubbio la necessità del cambiamento. Eppure…

Eppure, in un mondo in rapida evoluzione, la capacità di cambiare o di adattarsi è diventata un’abilità indispensabile. Se non ci diamo la possibilità di cambiare, non potremo cambiare nulla nella tua vita.

Stephen Hawking ha detto: “L’intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento”.

L’intelligenza è il desiderio di imparare, è fare di più rispetto a quello che funziona meglio e più velocemente. È sempre un lavoro in corso. L’adattabilità è una delle misure chiave dell’intelligenza.

Perché la vita è una serie di cambiamenti, con o senza il nostro consenso: non possiamo farci niente. Se vogliamo che le cose vadano come desideriamo, dobbiamo deliberatamente fare in modo che avvenga un cambiamento. L’intelligenza ci consente di prestare attenzione a tutto ciò che ci circonda e acquisire ciò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere.

“L’unico modo in cui possiamo vivere è crescere. L’unico modo in cui possiamo crescere è se cambiamo. L’unico modo in cui possiamo cambiare è se impariamo. L’unico modo in cui possiamo imparare è se ci esponiamo. E l’unico modo in cui possiamo esporci è buttarsi allo scoperto. Fallo. Lanciati. ” C. JoyBell C.

Se non cerchiamo in modo proattivo modi migliori per reinventarci o diventare una versione migliore di noi stessi, allora resteremo bloccati.

Se siamo bloccati, probabilmente siamo bloccati nella mediocrità e non sfruttiamo al massimo i nostri punti di forza. Se siamo persone normali e non stiamo cambiando, allora o non siamo intelligenti o ignoriamo i nostri difetti.

Vera Nazarian, autrice di The Perpetual Calendar of Inspiration, spiega:

“È un dato di fatto: tutti sono ignoranti in un modo o nell’altro. L’ignoranza è il nostro segreto più profondo. Ed è una delle cose più spaventose, perché quelli di noi che sono più ignoranti sono anche quelli che spesso non lo sanno o non vogliono ammetterlo.

Ecco un rapido test: se non hai mai cambiato idea su alcuni principi fondamentali delle tue convinzioni, se non hai mai messo in dubbio le basi e se non desideri farlo, probabilmente sei ignorante “.

Quanto siamo cambiati negli ultimi dodici mesi? Quali nuove abitudini, pratiche e routine abbiamo adottato negli ultimi sei mesi? Quali azioni stiamo intraprendendo oggi per diventare più intelligenti di quanto eravamo in questo periodo l’anno scorso?

Ecco il punto: non possiamo fermare il futuro e sicuramente non possiamo riavvolgere il passato, quindi perché non prendere il controllo del cambiamento e diventare più intelligenti di quanto eravamo mesi fa?

Il vero cambiamento è il risultato di tutto il vero apprendimento.

George Bernard Shaw ha detto: “Coloro che non possono cambiare idea non possono cambiare nulla”. 

Ogni processo di trasformazione inizia nella mente.

La vera crescita personale inizia con il riconoscimento che qualcosa deve essere fatto in modo diverso. Quando iniziamo a cambiare noi stessi, chiediamo inevitabilmente di più a noi stessi: imparare da nuove esperienze, fare scoperte, trovare modelli di vita più intelligenti, sfidare l’attuale percezione della vita e diventare di mentalità aperta.

Migliorare l’intelligenza nel processo: ci espone a un mondo completamente nuovo di idee per costruire una vita e una carriera migliori. E mentre continuiamo a istruirci o ad abbracciare l’autoapprendimento per reinventarci, la nostra mente si espande consentendo intuizioni ancora migliori.

Molte persone sono abituate alle stesse abitudini e routine: non lasciano spazio a processi migliori o più veloci che possano aiutarli a fare le stesse cose più velocemente o nel minor tempo possibile. Sono di mentalità chiusa.

È qui che si misura l’intelligenza. Di fronte a prove nuove, possiamo adattarci rapidamente per essere migliori?

Gli esseri umani sono esseri intellettualmente “in crescita”. Cresciamo con la nostra intelligenza, basata sulla nostra capacità di cambiare, sulla base della conoscenza che acquisiamo.

Se ci affidiamo ancora agli stessi modelli mentali, principi, routine e abitudini che utilizzavamo cinque anni fa, non stiamo crescendo. La nostra capacità di cambiare con il tempo può aiutarci a sopravvivere, prosperare e crescere. 

“Migliorare è cambiare; essere perfetti significa cambiare spesso”

Winston S. Churchill

Si possono fare piccoli miglioramenti ogni giorno. Possiamo iniziare ad apprendere nuove abitudini, comportamenti e pratiche che possono migliorare in modo significativo la nostra vita nel tempo.

La capacità di riconoscere i propri difetti, apprendere nuovi modelli e nuove pratiche, adattare e superare ciò che ci frena è alla base della maggior parte delle storie di successo. Il successo alla fine arriva a coloro che sono disposti a uscire dalla bolla di comfort per ottenere un futuro migliore!

formazione

Le qualità di un bravo formatore

Mi hanno chiesto di preparare degli interventi sull’apprendimento a distanza, cioè su come essere docenti coinvolgenti anche attraverso una webcam e senza un’interazione che preveda una certa vicinanza fisica.

Creare contenuti e-learning di qualità

Sono ormai 30 anni che partecipo a riunioni virtuali o faccio il docente in corsi di formazione online e so per esperienza che ci sono dei momenti in cui si corre il rischio di vivere queste esperienze con monotonia e quindi annoiarsi e diventare noiosi.

Come coinvolgere le persone nell’apprendimento

Gestire un gruppo di professionisti qualificati, produttivi e completi: è quello che faccio tutti i giorni da più di 15 anni.

Sono persone capaci, motivate. Tuttavia, non sempre trascorrono abbastanza tempo a sviluppare le proprie capacità.

Quando propongo offerte formative, molto spesso leggo indifferenza negli occhi dei miei colleghi.

Le persone sono troppo impegnate, oppure sono convinte di sapere tutto quello che è necessario.

L’apprendimento continuo e lo sviluppo delle competenze sono essenziali per il successo di qualsiasi team. Persone poco qualificate o con competenze datate possono impedire all’azienda di avere successo su mercati. Quindi, come posso incoraggiare le persone a sviluppare le proprie capacità? E come posso assicurare che facciano del loro meglio quando partecipano alle attività di apprendimento, piuttosto che partecipare per dovere?

Perché sviluppare le competenze delle persone?

In molti settori aziendali, è incredibilmente importante che le persone continuino a migliorare le proprie competenze. L’ambiente aziendale sta cambiando rapidamente; idee e innovazioni sono costantemente richieste e le persone che non mantengono aggiornate le proprie competenze possono rapidamente ritrovarsi “fuori dal business”.

Ciò significa che un’organizzazione o un team per crescere e trarre vantaggio da nuove opportunità, hanno bisogno di persone che espandano le loro attuali competenze e imparino nuovi modi di pensare e lavorare.

Come imparano gli adulti

La prima cosa che bisogna sottolineare è che gli adulti imparano in modo diverso dai bambini. Ciò ovviamente influisce sul modo in cui coinvolgi il team.

Nel tempo si sono sviluppate teoriae sull’andragogia, per spiegare come e perché gli adulti imparano. Ad esempio è emerso che gli studenti adulti vogliono sapere perché la formazione è rilevante, prima di apprendere.

Pertanto, occorre creare interesse nell’apprendimento. È una strada importante da percorrere! Bisogna anche comunicare chiaramente perché l’apprendimento è importante e spiegare come tutto si lega agli obiettivi personali e professionali di ognuno.

Ostacoli al coinvolgimento

Prima di esaminare come coinvolgere le persone nell’apprendimento, è utile capire perché le persone lo evitano:

  • Tempo: i colleghi potrebbero opporre resistenza allo sviluppo di nuove competenze perché le giornate sono piene di altre priorità. Considerano che imparare una nuova abilità o competenza non sia essenziale, quindi lo rimandano ad altra data.
  • Mancanza di informazioni: i membri del team forse sanno che devono continuare a imparare per rimanere aggiornati, ma potrebbero non sapere come o dove iniziare.
  • Bassa fiducia: se le persone non hanno avuto successo nell’apprendimento di nuove abilità in passato, potrebbero adesso dubitare dell’efficacia dell’apprendimento.

Come coinvolgere il tuo team

Beh, qui le cose si fanno difficili. Dalla mia esperienza però sono riuscito a tracciare alcune attività che riescono ad essere coinvolgenti. Queste sono le strategie che più di tutte hanno avuto successo

Identifica gli stili di apprendimento

Le persone hanno stili di apprendimento diversi. Alcuni imparano meglio guardando. Altri imparano meglio leggendo o ascoltando. Altri ancora svolgendo un’attività praticamente. È molto importante che si conoscano i vari stili di apprendimento e quindi associarli ai colleghi. Se poi ti interessa, ho un test che permette di capire quale è lo stile di apprendimento personale. Scrivimi che te lo posso inviare.

Imposta obiettivi di apprendimento

Cosa deve imparare ogni persona della tua squadra per ottenere risultati migliori? Cosa vogliono davvero imparare i membri del team?

Identifica ciò che è più importante.

Impostando un obiettivo specifico per l’apprendimento, i vantaggi diventano più tangibili e probabilmente aumenteranno le motivazioni per iniziare.

Collega l’apprendimento con obiettivi di lavoro e obiettivi di vita

È importante comunicare alle persone che le sessioni di apprendimento aiuteranno a raggiungere gli obiettivi personali.

Innanzitutto, assicurati di allineare gli obiettivi delle persone con quelli dell’organizzazione. Questo aiuta a rendere l’apprendimento una parte del lavoro, a cui si può dare la priorità in modo appropriato.

Inoltre, chiedi alle persone quali sono gli obiettivi personali di carriera e di vita per sottolineare come l’apprendimento e lo sviluppo aiuteranno a raggiungere questi obiettivi.

Evidenzia i vantaggi a breve termine

Gli studenti adulti spesso scelgono di imparare a causa dell’impatto immediato che ciò avrà sulla loro vita.

Questo è il motivo per cui è così importante comunicare quali sono i benefici a breve termine della formazione e spiegare come questi benefici influenzeranno le vite di ognuno. In che modo un particolare tipo di apprendimento e sviluppo sarà loro di aiuto in questo momento? Quali problemi verranno risolti?

Incoraggia l’apprendimento sociale e tra pari

È confermato da molti studi che alcuni preferiscono imparare gli uni dagli altri attraverso l’osservazione, l’imitazione e la modellistica.

Questo è il motivo per cui è importante offire l’opportunità di imparare con un mentore o coach. L’apprendimento non è solo più divertente quando siamo con gli altri, ma collaborare con professionisti più esperti può avere un impatto permanente sulle persone.

Un altro importante vantaggio dell’apprendimento con un coach è che questa connessione da persona a persona offre agli studenti esempi tangibili di come applicare una nuova abilità o processo. Quando le informazioni sono rilevanti, le persone sono più motivate a continuare a studiare.

Ancora: è molto utile consentire l’apprendimento di gruppo.

Io molto spesso chiedo nelle riunioni di gruppo di condividere ciò che si è imparato grazie alla formazione professionale.

Questo aiuta a costruire concetti grazie all’apprendimento dei colleghi, e nel team si riescono a elaborare nuovi modi per applicare ciò che si è appreso.

Evidenzia risultati

Tutti hanno bisogno di incoraggiamento e riconoscimento per progredire.

È importante riconoscere i miglioramenti apportati dalle persone quando iniziano ad applicare le nuove competenze. Può essere sufficiente un “grazie” o evidenziare i risultati di fronte al resto della squadra.

Sii di esempio

Ovviamente l’esempio è importante. Occorre che le persone possano vedere che tutti stanno lavorando attivamente all’apprendimento e sviluppo. Se vedono che tutti sono disposti a impegnarsi nello sviluppo personale, sarà più facile coinvolgerli.

Punti chiave

In fondo, le persone sanno che devono dedicare tempo all’apprendimento e allo sviluppo di nuove competenze.

È importante per te, come leader, coinvolgere la squadra nel processo di apprendimento. Senza tale impegno, potrebbero non applicarsi a sviluppare nuove competenze.

Per coinvolgerli devi:

  • identificare gli stili di apprendimento delle persone;
  • fissare obiettivi di apprendimento che si collegano al loro lavoro e ai loro obiettivi personali;
  • evidenziare i vantaggi a breve termine dell’apprendimento;
  • incoraggiare l’apprendimento di gruppo;
  • evidenziare i risultati delle persone;

Essere leader o non essere leader. Questa è la domanda/3

I veri leader sono gli amministratori del futuro. Si assumono responsabilità che gli altri non vogliono assumersi. Perché lo fanno? Perché vogliono farlo e perché hanno imparato a farlo.

Allora continuiamo ad imparare e conosciamo le ultima 4 caratteristiche di un buon leader

9. Gestisci la pressione

Se hai delle responsabilità hai già preso decisioni sbagliate, è inevitabile che accada. Quindi sai benissimo che le cattive decisioni non sono prese per mancanza di capacità o di giudizio istintivo, ma a causa dell’incapacità di gestire la pressione nel momento cruciale. Come riuscire a gestire allora quei momenti in cui c’è qualcosa in gioco, ci sono conflitti, c’è una scadenza, un’urgenza e ci sono molti stimoli e distrazioni?

Fatti aiutare da un samurai! Miyamoto Musashi è stato il più famoso samurai giapponese. Ha affrontato decine di duelli senza mai perderne uno. La sua abilità si basava su un “doppio sguardo”; un occhio sulla situazione immediata (l’avversario) e l’altro sull’immagine più grande (lo stato di avanzamento sul campo di battaglia più ampio). La chiave del successo, quindi è la capacità di passare costantemente tra le due situazioni. Non ha senso che tu ti concentri sui dettagli dell’esecuzione se non hai un chiaro senso della strategia generale – e viceversa. E come fare ad adottare questa strategia? Beh, ovviamente c’è da studiare ed imparare.
Ma io ti avevo avvisato nel post precedente: I LEADER IMPARANO!

Un consiglio: crea delle mappe, cioè degli schemi che chiariscono i problemi e forniscono un punto di riferimento facile da ricordare in situazioni di pressione. Comunque dai una letta a “Il libro dei cinque anelli: la vita come strategia” di Miyamoto Musashi.

10. Conosci te stesso. Sii te stesso

Nella camera interna del tempio di Luxor, nell’Alto Egitto si trova inciso un geroglifico il cui significato è: “Uomo, conosci te stesso e conoscerai gli dei”. Se non ti fai deconcentrare dalla confusione e dai problemi quotidiani, puoi diventare libero di seguire la tua strada, sarai resiliente e forte. Lo sviluppo dell’io autentico è di enorme importanza per la performance, come dicono gli psicologi che lavorano nella nostra azienda. Questa è l’essenza del leader, la sua base. Dopo 30 anni di esperienza credo fermamente che i migliori leader rimangono fedeli ai propri valori più profondi. Sono loro che conducono la loro vita e gli altri li seguono.

11. I leader vanno oltre

A qualsiasi cosa ci dedichiamo nella vita, che si tratti di un’impresa o un progetto, la famiglia o una causa, un’arte o una convinzione, facciamo sempre dei sacrifici. Che rinunciamo a un’ora, a un giorno o all’esistenza intera, stiamo vivendo la nostra vita per un obiettivo. Quindi è meglio che ne valga la pena.

12. Inventa il tuo linguaggio

I leader sono narratori. Tutte le grandi organizzazioni sono nate da una storia accattivante. Questo pensiero centrale aiuta le persone a capire per cosa lottano e per quale motivo. Perché le parole innescano le rivoluzioni. Lo storytelling basato su valori forti e importanti, che utilizza un linguaggio comune con mantra, motti e metafore, aiuta i leader a mettere in connessione il significato personale degli appartenenti al loro gruppo con la propria visione del futuro.

Qual è il nutrimento di un leader? La conoscenza. La comunicazione

Per chiudere voglio riassumerti le 12 caratteristiche che definiscono ogni buon leader:

  1. Non sentirti mai troppo grande per fare le cose piccole
  2. Quando arrivi al culmine, cambia obiettivo
  3. Gioca con uno scopo. Chiediti: perché?
  4. I leader creano leader.
  5. Crea un ambiente di apprendimento
  6. Privilegia la logica del “noi”
  7. Punta verso grandi obiettivi
  8. Allenati per vincere. Esercitati sotto pressione
  9. Gestisci la pressione
  10. Conosci te stesso
  11. I leader vanno oltre
  12. Inventa il tuo linguaggio

Le altre due parti di questo lunghissimo post sono:

Essere leader o non essere leader. Questa è la domanda/2

Sicuramente vi è capitato di vedere un stormo di uccelli migratori in cielo. In autunno e primavera si vedono spesso nei cieli delle nostre città.

Un uccello fa da guida e sta davanti a tutti; a turno questa guida viene assunta dagli altri membri dello stormo, in un sistema di supporto sincronizzato e senza soluzione di continuità. Gli ornitologi dicono che volare in questo modo è il 70% più efficiente che volare da soli. Se un uccello rompe la formazione, avverte la resistenza del vento e si riunisce allo stormo. Se uno rimane indietro, gli altri aspettano finché non si ricongiunge. È una perfetta dinamica organizzativa ed è un’ottima metafora del concetto di Team.

Nessuno viene lasciato indietro È una perfetta dinamica organizzativa ed è un’ottima metafora del concetto di Team.

Riprendo il discorso da dove lo avevo lasciato e vi elenco altre 4 caratteristiche che secondo me definiscono il leader

5. Crea un ambiente di apprendimento

I leader sono insegnanti.

L’eccellenza è un processo fatto di apprendimento cumulativo e di miglioramento incrementale. Quindi il vero  leader promuove un sistema strutturato ai fini dello sviluppo del team, nonché  una mappa su misura per lo sviluppo degli individui.

Penso che per eccellere, occorra creare una mappa giornaliera di automiglioramento. Un po’ come gli atleti professionisti, che hanno un calendario quotidiano personalizzato di allenamento. Questa mappa funziona come strumento di sviluppo per squadre e organizzazioni.

Grazie a questo approccio dinamico vengono forniti nuovi obiettivi e si sviluppano nuove abilità. Le persone si sforzano al massimo, diventano più capaci e raggiungono risultati migliori per la squadra. Insomma su due aspetti il leader deve puntare l’attenzione:

I LEADER SONO INSEGNANTI
I LEADER IMPARANO

6. Privilegia la logica del “noi”

Qui bisogna citare Kypling: “Perché la forza del branco è il lupo, e la forza del lupo è il branco.” Si tratta insomma di passare da un logica dell’”io” ad una logica del “noi” senza abbandonare la forza dell’individualità. Un team si costruisce dall’interno. E standard elevati devono provenire da dentro il team

7. Punta verso grandi obiettivi

I leader di successo hanno elevati parametri di riferimento. Fissano in alto le proprie aspettative e cercano di superarle. Esiste un proverbio maori che dice: “Punta alla nuvola più alta, così, se la manchi, raggiungerai una montagna maestosa.” Cioè bisogna avere una grande storia in cui credere e grandi obiettivi a cui tendere

8. Allenati per vincere. Esercitati sotto pressione.

Michael Jordan in un’intervista diceva che non aveva mai avuto paura durante una gara, perché si era allenato così tanto intensamente da avere sotto controllo ogni tipo di situazione. Infatti allenarsi intensamente accelera la crescita personale.
Lo scopo è attivare una maggiore lucidità e accuratezza in situazioni di stress e incrementare la capacità di riportare l’attenzione al presente e al compito attuale. I leader intelligenti utilizzano l’intensità per sfidare se stessi e la propria squadra, e per aumentare competenza e capacità. L’allenamento psicologico intensivo è essenziale per sviluppare resistenza mentale e capacità di reazione.

Alla prossima per gli ultimi 4 punti su cui focalizzarsi per essere leader.

Nazario De Mori

Essere leader o non essere leader. Questa è la domanda/1

Sono un leader? Che tipo di leader sono? In questo ultimo mese ho dovuto pensare molto alla leadership. In azienda abbiamo avuto delle attività che ci coinvolgevano su questo tema.

Cosa vuol dire essere leader? Cos’è la leadership?

Ho dovuto rimettere in discussione molte delle mie convinzioni ed in qualche modo sono entrato in crisi.

La leadership si insegna oppure dipende esclusivamente dal nostro carattere?

Invece di insegnare leadership, in questo momento storico non è meglio insegnare la “followerships”? Cioè i buoni seguaci riescono a creare i grandi leader?

Ovviamente, dato il mio carattere, ho dovuto leggere molto ed approfondire l’argomento ed ho capito che per essere buoni leader occorre avere 12 caratteristiche. Sono caratteristiche che occorre declinare puntualmente, e quindi ho deciso di elencarle in 3 post diversi, così da non essere troppo lungo. Cominciamo

1.  Non sentirti mai troppo grande per fare le cose piccole

Il leader è il primo che si mette in gioco; anche a svolgere compiti più umili da condividere con le persone del proprio gruppo. Non bisogna sentirsi mai troppo grandi per fare le cose piccole. Perché la sfida è migliorare sempre, perfezionarsi di continuo, anche quando sei già il migliore.

Soprattutto quando sei il migliore. Questo atteggiamento aiuta ad essere in relazione con la realtà dell’ambiente in cui siamo immersi, perché bisogna avere orgoglio assoluto nella performance e umiltà totale di fronte alla grandezza del compito. Inoltre ci permette di entrare in un’ottica di miglioramento continuo; non ci permette di sentirci arrivati al culmine della nostra carriera, perché la sfida è migliorare sempre, perfezionarsi di continuo, anche quando sei già il migliore. Aiuta anche a forgiare il carattere del gruppo di cui siamo leader: un gruppo di individui capaci ma indisciplinati alla fine non potrà fare altro che fallire; il carattere trionfa sempre sul talento.

2. Quando arrivi al culmine, cambia obiettivo

Bisogna essere pronti al cambiamento, sia che si lavori in un ambiente molto strutturato che in uno più semplice da gestire. Il declino organizzativo è inevitabile a meno che i leader non si preparino per il cambiamento, persino quando si trovano all’apice del successo. Esempi? Kodak, Nokia, Blockbuster….Tutte aziende che erano i player principali dei loro settori e che si sono estinte (in qualche modo). Bisogna quindi creare un’organizzazione vincente che abbia un ambiente di sviluppo personale e professionale in cui ogni individuo si assume le proprie responsabilità e ne condivide il possesso. (Questo è per il mio G.M., che si è battuta fortemente per creare un ambiente di knowledge sharing)

3. Gioca con uno scopo. Chiediti: perché?

Questo è uno dei miei punti preferiti. Troppo spesso nelle aziende il perché, la motivazione che ci spinge a lavorare per un determinato obiettivo, viene sottostimata o taciuta. E invece i leader collegano il significato personale a uno scopo più alto per creare un valore condiviso e indicare una direzione. Diciamo che, visto che vivo in un ambiente circondato di psicologi, “L’autorealizzazione è possibile solo come effetto collaterale della trascendenza da sé”. Cioè dell’andare oltre se stessi. E comincia con la domanda: perché?

Alcuni esempi anche qui? L’agenzia Saatchi & Saatchi vuole rendere il mondo un posto migliore per tutti, la Ford vuole democratizzare l’automobile, la Disney porta il sorriso sul volto dei bambini, la Nike dà forza al singolo, la Procter & Gamble è all’instancabile ricerca di essere la migliore mentre per la Toyota c’è sempre un modo migliore. E avete presente il Barcellona, la squadra di calcio? Sugli spalti hanno scritto la frase “mes que un club”: più di una squadra. Il loro perché è la Catalogna, la libertà. Vogliamo essere un po’ più prosaici? Allora sappiate che “Le persone non comprano quello che fa un’azienda, ma il perché lo fa” (Simon Sinek, “Partire dal perché”) . I leader, le aziende e i team motivati trovano il loro scopo più profondo, il loro “perché?”, e attirano sostenitori grazie a valori, visione e convinzioni condivisi.

4. I leader creano leader

In un’azienda che vuole avere un futuro, ma anche un presente, i leader creano leader trasferendo responsabilità e creando fiducia. Perché responsabilità condivisa significa senso di inclusione e quindi che gli individui sono più motivati a spendersi per una causa comune. Una grande verità, non detta da me ma da Tom Peters, è che “I leader non creano seguaci. Creano altri leader”. Per fare ciò occorre trasmettere ai membri del team un senso di grande autostima: che ciascuno, in qualsiasi momento, possa sentirsi ed essere la pedina più importante.

Prossimamente altre 4 punti su cui focalizzarsi per essere leader.

Nazario De Mori