Visto che abbiamo parlato di knowledge management personale, come possiamo aiutare ogni lavoratore a implementarlo con la formazione professionale che svolge, sta svolgendo oppure ha svolto? E quanto può aiutare formazione 4.0 nello sviluppo di strategie di apprendimento efficace?
Possono aiutarci le nuove metodologie di apprendimento a “consolidare”, se non certificare, l’apprendimento formale, non formale e informale?
Consideriamo in primo luogo che nostro compito è “formare” il lavoratore, cioè dare una forma alle competenze che deve possedere per svolgere un compito o un ruolo. Ovviamente deve essere coinvolto in prima persona nel plasmare questa forma che altrimenti potrebbe risultargli estranea. Qualsiasi metodologia andiamo ad utilizzare deve prevedere l’attivazione dell’allievo.
Se abbiamo bisogno di utilizzare l’e-learning, questo deve essere inclusivo; cioè l’apprendimento deve cessare di essere un processo passivo ma deve essere autodiretto e autocontrollato. Pertanto, l’apprendimento non è diretto dal formatore ma è fondamentalmente centrato sugli studenti. È un tipo di apprendimento che contrasta con l’apprendimento formale. Possiamo stabilire le differenze in questi termini:
Il formatore controlla l’apprendimento formale mentre lo studente controlla l’apprendimento informale: l’apprendimento formale è pianificato mentre l’apprendimento informale no.
L’apprendimento formale ha luogo nelle istituzioni educative, sul lavoro ed è ampiamente prevedibile, mentre l’apprendimento informale non è prevedibile e non ha un curriculum formale.
Uno dei contributi reali e verificabili che l’e-learning inclusivo sta apportando alla formazione è quello di accelerare il dibattito sull’efficacia dei modelli formativi tradizionali.
Una società in rete che apprende online non può continuare a mantenere istituzioni di formazione basate sulla mera trasmissione di informazioni o conoscenze tra docente e allievo. Ci stiamo muovendo rapidamente verso modelli di apprendimento alternativi che da un punto di vista generico vengono chiamati costruttivisti nei quali l’enfasi è posta sull’aiuto e il supporto agli studenti mentre imparano a dare forma alla conoscenza e comprensione della cultura e della comunità a cui appartengono
Insomma, perché i programmi di formazione online (e-learning) siano realistici, motivanti e di qualità, devono essere personalizzati e collaborativi. Quindi devono:
- promuovere una conoscenza approfondita della materia insegnata, nonché una migliore conoscenza dell’apprendimento degli studenti e una maggiore comprensione dei bisogni degli studenti
- concentrarsi sulle attività di insegnamento critiche: pianificazione, valutazione del lavoro degli studenti, sviluppo del curriculum, miglioramento delle pratiche in classe, piuttosto che affrontare astrazioni o generalizzazioni
- basarsi sulla pratica, attraverso casi che implicano la risoluzione di problemi e attraverso domande e riflessioni discusse professionalmente.
- Valorizzare la collaborazione tra insegnanti e studenti.
È uno sforzo intenso e continuo che si concretizza nel miglioramento dell’insegnamento attraverso la modellazione, la consultazione e la collaborazione. Ed è qui che può intervenire formazione 4.0
È arrivato il momento di EDUCARE E ALLENARE.
È arrivato il momento porre fine a ogni genere di strutture rigide, inflessibili, poco dinamiche e che si basano sulla routine, a beneficio di quelle aperte, flessibili e dinamiche; non importa se si tratta di situazioni virtuali o in presenza, bisogna considerarli solo opzioni ugualmente valide e efficaci.
L’importante è l’essenza, cioè la formazione nel senso più inclusivo e personalizzato della parola.
I cittadini di oggi e del futuro devono apparire con un’elevata capacità di ragionare, creare e innovare: l’oggi non ha nulla a che fare con il ieri.
Nazario De Mori