Competenze che aiutano a resistere in tempi difficili

Quali sono le caratteristiche aziendali che fanno di un’organizzazione un sistema destinato a durare nel tempo e capace di affrontare le avversità?

E’ questa la domanda che mi è frullata in testa in questi mesi complessi. Mesi in cui alcune aziende sono riuscite a gestire tranquillamente l’attività anche a distanza ed in altre invece, i lavoratori hanno vissuto questa trasformazione organizzativa in modo a dir poco distruttivo.

Dopo numerosi ripensamenti, sono arrivata alla conclusione che ci sono due caratteristiche secondo me necessarie, per affrontare il cambiamento organizzativo che stiamo vivendo.

Al primo posto metto la capacità dell’azienda di gestire la Knowledge sharing ossia la capacità di condividere le informazioni all’interno e all’esterno dell’organizzazione.

In questa competenza l’elemento di usabilità digitale è sicuramente fondamentale e nell’attuale periodo di accelerazione dello Smart working, ha fatto la differenza.

Non dobbiamo però cadere nell’errore di considerare solo questo aspetto.

Per essere in grado di sviluppare una reale Knowledge Sharing è necessario saper far “ruotare le informazioni” sia a livello orizzontale (tra i membri del team) che a livello verticale (dai singoli verso il management).

Se l’usabilità digitale ha consentito ad alcune aziende di affrontare la pandemia con relativa tranquillità, attivando immediatamente lo Smart working e il telelavoro, è stata principalmente la capacità di dare e ricevere feed back che ha diviso le organizzazioni tra chi è riuscito ad implementare il lavoro agile e chi invece ne è stato travolto. Stiamo parlando di una competenza soft fortemente strategica, legata alla capacità del singolo di capire quali informazioni devono essere comunicate e con quale mezzo. Anche a distanza, è necessario che i feed back siano costanti, veloci e focalizzati.

Più un individuo è consapevole della loro importanza, ed è capace di dare e ricevere feed back più può vantare una seniority di ruolo all’interno dell’organizzazione.

La seconda competenza fondamentale che ritengo necessaria per le aziende che intendono durare e svilupparsi nel tempo, la individuo nella Learning Organization, ossia nella capacità di una azienda di svilupparsi come una “comunità che apprende”. Di questo concetto se ne parla da diversi anni, ma mai come ora ne vedo tutta la rilevanza strategica.

Una azienda ha successo nel tempo se investe, con pazienza, sulla costruzione di un sapere comune, indipendente dai singoli, costruendo giorno per giorno una logica organizzativa in cui “nessuno deve ritenersi indispensabile”

Nella learning organization si è consapevoli che bisogna evitare di creare degli accentramenti di conoscenza legati ai singoli. Forse un tempo quando il lavoro in una azienda era “per sempre” poteva avere un senso investire solo su alcune persone, ma oggi, con la fluidità del mercato del lavoro è assolutamente un errore quello di accettare da evitare la personalizzazione della conoscenza.

Una organizzazione che investe nella condivisione del sapere, lavora a livello organizzativo affinché tutto il personale utilizzi strumenti e costruisca una mentalità allenata a condividere il sapere comune in termini di diffusione della cultura aziendale.

Più le aziende sposano questo concetto più avvertono la necessità di creare un posto fisico o virtuale dove far crescere e distribuire il sapere aziendale.

Si chiamano Academy aziendali i luoghi in cui, non solo si apprende e si assicura l’occupabilità del proprio personale, ma dove si forgia e si racconta la cultura aziendale. Adoro pensare che alcune aziende hanno scelto il termine di Corporate University per indicare questi luoghi, proprio come a dire che la cultura superiore si sviluppa, non solo a scuola o nelle università, ma anche in azienda e che questo sapere può aprire le sue porte anche al territorio, contaminandolo.

In questa logica l’azienda diventa luogo dove si apprende e dove si mette in circolazione la conoscenza. Posto dove trascorrere la singola esperienza lavorativa nella convinzione che ogni giorno si crescere professionalmente e si contribuisce a generare un sapere condiviso capace di garantire la propria occupabilità. Spazio dove ognuno si sente parte di un tutto che cresce e fa crescere. Luogo culturale dove insieme si cercano strategie in tempi difficili.

“E’ questo il tempo delle cattedrali” cantava Riccardo Cocciante in un noto musical spiegando così un intero periodo storico.
Io oggi, per raccontare questo decennio direi “E’ questo il tempo delle Corporate Academy”.

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